In Italia vengono consumate circa 12 miliardi di uova ogni anno, anche se parte del consumo avviene indirettamente, con l’assunzione di alimenti che contengono uova, come pasta all’uovo, dolci, biscotti ecc.
L’uovo è formato dal guscio, dall’albume e dal tuorlo.
Il guscio è poroso ed è permeabile ai gas e questo influisce sulla conservazione e sulla freschezza dell’uovo stesso.
L’albume rappresenta circa i 2/3 di un uovo ed è ricco di proteine (Ovalbumina, Ovotransferrina, Ovomucoide, Lisozima, ecc.), oltre ad un piccolo quantitativo di minerali (Calcio, Cloro, Magnesio) e carboidrati;
Il tuorlo, presente per 1/3 di uovo, è composto anch’esso da una parte proteica, da una lipidica (per lo più trigliceridi, fosfolipidi e colesterolo) e numerose vitamine.
La presenza di vitamine, sali minerali, lipidi e proteine di elevato valore biologico, ne fanno un alimento sano e completo dal punto di vista nutrizionale.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE UOVA
Secondo la legge, con la definizione “uovo” ci si riferisce a quello di gallina, se si tratta di uova di altro tipo deve essere specificato il nome della specie di appartenenza.
Le uova vengono classificate in base al peso, alla freschezza ed al tipo di allevamento delle galline.
Le uova fresche, sono classificate secondo il peso, con i seguenti criteri:
Commercialmente le uova vengono classificate anche in base alla freschezza in:
Infine le uova vengono classificate in base al tipo di allevamento delle galline in:
La tipologia di allevamento incide sul costo finale delle uova, sulla qualità ed anche al gusto dell’uovo. La maggior parte delle uova ( circa l’86%) destinate al consumo diretto, provengono da un allevamento di tipo in gabbia.
L’ETICHETTATURA DELLE UOVA
Sul proprio guscio, le uova hanno un codice stampato, mediante il quale è possibile avere tutte le informazioni principali sulle uova che si sono acquistate. L’etichettatura apposta sull’uovo rende disponibile al consumatore la tracciabilità del prodotto e tutte le informazioni sulla filiera produttiva. L’etichettatura delle uova destinate ad un consumo diretto, ai sensi del Regolamento CE 2295 del 2003, è obbligatoria e non lasciata alla discrezione del produttore.
Andiamo ad analizzare nel dettaglio la composizione del codice sul guscio:
Le prime cifre indicate nell’etichettatura del guscio, risultano le più importanti e facilmente comprensibili al consumatore.
Esse indicano il tipo di allevamento da cui provengono le uova (in figura “3”) ed il paese di produzione (in figura “IT”).
Le cifre successive indicano il codice ISTAT del comune di produzione (in figura “001”), la provincia (in figura “VR”) ed il codice l’allevamento specifico di deposizione da cui proviene l’uovo assegnato dalle Asl (in figura “036”).
Ovviamente il consumatore, a parte il codice sul guscio dell’uovo, avrà sempre a disposizione le informazioni che obbligatoriamente per legge devono essere sempre ben visibili sulle confezioni delle uova, come per esempio la categoria delle uova, la data preferibile di consumo, il numero di uova confezionate, il peso, il nome e la ragione sociale dell’azienda produttrice e le modalità di conservazione. La normativa del regolamento CE 2295 del 2003 è valida solo per la Comunità Europea, pertanto se la provenienza delle uova è di paesi terzi, la dicitura sugli imballaggi è “sistema di allevamento indeterminato”. Questo non deve preoccupare il consumatore italiano poiché le uova consumate direttamente (uova fresche – categoria A), di norma sono prodotte in Italia. L’Italia è un paese esportatore di uova, quindi le uova comprate in Italia, salvo possibili rarissime eccezioni sono prodotte nel nostro paese.
dott. Adriano Arcuri